RADICI
FESTIVAL DI TEATRO AL TRAMONTO | 2020
AREA ARCHEOLOGICA “I PINI” – SIROLO
Tracciare percorsi creativi per abitare uno spazio di antica memoria
TUTTI I GIORNI
RITUALE DI VINO, IMMAGINI E SUONI
DEGUSTAZIONI: ASS. ITALIANA SOMMELIER MARCHE
MOSTRA FOTOGRAFICA: PAOLO MONINA
MUSICA: SIMONE BELLEZZE, IRENE PIAZZAI
ASSENSA. ORFEO-EURIDICE [STUDIO]
di Collettivo Collegamenti
La perdita. Il vuoto. L’assenza. Orfeo emerge dalle ceneri, si muove tra le ceneri e dalle ceneri prende vita la sua ricerca di Euridice, delle tracce dei loro dialoghi interrotti, di sé stesso. Orfeo è solo. Orfeo è voce spezzata che diventa canto doloroso. Orfeo è un corpo vuoto che cerca la chiave per tornare ad essere pieno. Orfeo è incompiuto, mutilato. Orfeo è desiderio incessante di completarsi attraverso l’altra. Orfeo è tentativo di recupero, tra le pieghe della memoria, negli angoli di oggetti, negli strati di cenere, nelle forme dell’assenza. Orfeo è possibilità di accettazione, di riscoperta, di rinascita, di germoglio di nuove radici.
OTTAVA RIMA – OVVERO COME IL PASTORE CONTA LE PECORE
di Numeri 11
In un dialogo sempre in bilico tra curiosità e diffidenza, ammirazione e paura — adoperando a piacere endecasillabi sciolti e ottava rima — conteranno le pecore in transumanza e seguiranno le linee delle stelle in lontananza.
Gli spettatori, alzando con loro i calici al ritmo dei versi, ascolteranno storie e vicende, apprenderanno usanze tipiche di una terra misteriosa, conosciuta non certo fino in fondo.
Questa storia parla dei pastori dell’Appennino che lasciavano le case per la transumanza e dei loro canti in ottava rima tratti da versi di poeti famosi e dell’incontro di uno di questi poeti erranti con Giacomo Leopardi nel 1819 in una sperduta e accogliente osteria tra le montagne.
IL TERZO INCOMODO
da Luigi Lunari con Francesca Berardi e Filippo Mantoni
Tre brevi testi, tre coppie, Boccaccio e Fiammetta, Laura e suo marito Ugo di Sade, Dante e sua moglie Gemma Donati. Boccaccio terzo incomodo tra Dante e Petrarca, Petrarca tra Laura e suo marito, Beatrice tra Dante e sua moglie.
I tre testi sono pensati e scritti da Lunari come tre brevi atti unici ma l’idea di rappresentarli distinti uno dopo l’altro non mi bastava, avevo bisogno di un’idea “collante” e l’input è arrivato da una definizione del dialogo dello stesso Lunari: “ elegante simmetria di intreccio” . Non ho dunque esitato ad intrecciarli, intersecarli tra loro per dare vita a un gioco teatrale, sì arduo ma molto divertente, in cui i due attori entrano e escono continuamente da una coppia all’altra guidati da un disegno preciso in cui l’eleganza formale dei testi di Lunari non viene compromessa e il gioco di ironia e irriverenza viene esaltato da un ritmo serrato e vivace. Dante e Petrarca senza rispetto alcuno vengono fatti a pezzi e Boccaccio avrà finalmente il suo gioioso riscatto.